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      Vero è che col solo fomento del semplice calore muove assai languida, ma aggiuntovi lo strofinare diviene più vigorosa.
      Il ghiaccio per sé solo non nuove all’Ambra, ma alterato con sale e con acquarzente ribatte di maniera la sua virtù, che talvolta vi è voluta qualch’ora di tempo e lunghissimo e gagliardo strofinamento per fargliele riacquistare. Per lo che da alcuni è stato creduto che tale smarrimento di forze non proceda solo dall’accrescimento del freddo che suole arrecare al ghiaccio l’espersione del sale e dell’acquarzente, ma più tosto da qualche sottilissima ruggine o da qualche panno che dal polverizzamento finissimo dello stesso sale contragga l’Ambra, o vero dell’inzuppamento dell’acquarzente la quale è uno di quei liquori che nuocono alla facoltà d’attrarre.
      Non tutte le materie sono il caso a risvegliare la virtù dell’Ambra; essendoché strofinata su’ corpi di superficie liscia e tersa, come i vetri, i cristalli, l’avorio, i metalli bruniti e le gioie, rimansi tuttavia sopita e non spira. Vogliono pertanto avere alcune minime disuguaglianze ed asprezze nella loro superficie, come ha il panno, la tela e mill’altre cose che non accade annoverare. Anche le carni umane vagliono a tirar fuori la virtù dell’Ambra. Egli è però vero che alcune più, alcune meno; e si è trovato di quelli in su le mani de’ quali strofina quanto vuoi non c’è stato mai verso di farla tirare.
      Credesi volgarmente che l’Ambra tiri a sé i corpi; ma questa è un’azione scambievole e niente più propria dell’Ambra che de’ medesimi corpi da’ quali anch’essa è tirata, o per lo meno ella ad essi s’appiglia.


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Saggi di naturali esperienze fatte nell'Accademia del Serenissimo Principe Leopoldo di Toscana e descritte dal Segretario di essa Accademia Lorenzo Magalotti
di Lorenzo Magalotti
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