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      Replicati i medesimi tiri a mezzo il miglio, cioè alla metà della distanza, anche l’oriuolo dette precisamente la metà del tempo, contandosi per ogni tiro intorno a cinque delle medesime vibrazioni; onde ci parve di rimaner certificati della supposta equabilità.
      Le conseguenze poi che si pretendono di cavare da questa equabilità sono, fra l’altre, che per via di lampi e di suoni di diversi tiri potremo aver l’esatta misura delle distanze de’ luoghi, e particolarmente in mare, di legni, di scogli e d’isole, dove non si possono fare a suo piacere varie posizioni come bisognerebbe volendosi servire degli strumenti ordinari. Potremo anche da una semplice percossa data sopra legno, pietra, o metallo, o altro corpo risonante, argumentare quanto colui che percuote sia lontano da noi, numerando le vibrazioni dalla caduta dello strumento con cui vien fatta la percossa, a che se n’ode il colpo, il quale se averà vento favorevole s’udirà discosto per qualche miglio. Sarà ancor facile e curioso a sapersi quanto da noi siano lontane le nuvole, e in che distanza da terra si creino i tuoni, misurando i tempi da che si vede il baleno a che quegli si sentono. Se vorremo poi la distanza de’ luoghi i quali, o per la globosità della terra fra essi, o per l’interposizione di monti o altri simili ostacoli, non si possono scambievolmente vedere, potremo tuttavia assai facilmente conseguirla, e ciò per mezzo di doppio sparo, concertando che a un nostro tiro di là si risponda subito con un altro tiro, e presa la metà del tempo scorso dal nostro cenno all’arrivo della risposta, si averà precisamente la metà del cammino del suono, cioè l’intera distanza del luogo che si cercava.


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Saggi di naturali esperienze fatte nell'Accademia del Serenissimo Principe Leopoldo di Toscana e descritte dal Segretario di essa Accademia Lorenzo Magalotti
di Lorenzo Magalotti
pagine 165