Pagina (163/165)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      È ben accaduto alcuna volta di trovar nell’ampolletta del sale qualche minima parte di esso leggiermente inumidita, ma da ciò non s’arguisce penetrazione; perché quand’ella veramente vi fosse, non pare che dovess’esser più in una parte che in un’altra; ma il trovarsi sempre questo poco di bagnamento in un luogo solo è assai apparente cagione di credere, ciò non esser altro che quel poco d’umido che la forza del freddo poté spremer dall’aria rimasta nel vaso per via del solito appannamento.
     
      ESPERIENZE
     
      INTORNO ALLA LUCE E SUOI EFFETTI
     
      PRIMA ESPERIENZA
     
      Suggerisce il Galileo, nel primo dialogo de’ trattati delle due nuove scienze, un modo assai facile per tentar di venir in cognizione se la luce si muova con tempo o pure con istantanea velocità. Consiste questo nell’addestrarsi due compagni a scoprirsi a vicenda due lumi, in modo che alla scoperta dell’uno risponda immediatamente la scoperta dell’altro; sì che quando l’uno scuopre il suo lume vegga nello stesso tempo comparire alla sua vista il lume del compagno. Aggiustata cotal pratica nella suddetta breve lontananza, vuole il medesimo Galileo che gli stessi osservatori si provino in lontananza maggiore, per vedere se le risposte delle loro scoperte ed occultazioni seguano secondo lo stesso tenore ch’elle facevano da vicino, cioè senza dimora osservabile. Noi in lontananza d’un miglio (che per l’andar d’un lume e la venuta dell’altro vuol dir due) non ve l’abbiamo saputa ritrovare: se poi in distanza maggiore sia possibile l’arrivare a scorgervi qualche sensibile indugio, questo non c’è per anche riuscito di sperimentare.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Saggi di naturali esperienze fatte nell'Accademia del Serenissimo Principe Leopoldo di Toscana e descritte dal Segretario di essa Accademia Lorenzo Magalotti
di Lorenzo Magalotti
pagine 165

   





Galileo Galileo