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      - Ohe! - feci atterrito, tirandomi indietro.
      Sempre silenzio.
      Il calpestìo deviò a destra, seguitando lungo la costa: la luce diffusa lasciava vedere gli oggetti; sollecito, avanzai in quella direzione. «Gesummaria, che vista!» Mi feci il segno della santa croce. Una bestiaccia nera nera andava a stento verso la costa del Buranco, e dietro le veniva un uomo col cappuccio, con in mano una lanterna oscillante. Stavo come impietrito su quell'apparizione, quando.... ecco cadergli il cappuccio e due lunghe corna agitarsi a guisa di serpenti....
      - Misericordia! - gridò Pelacane, spaventato - Il diavolo! Il diavolo!
      - Lui in persona! - fece sospirando il vecchio.
      Il dottore, come preso da un forte assalto di tosse, si recò la destra alla bocca per frenare uno scoppio di risa; i compagni lo imitarono, io mi mordevo le labbra quasi a spiccarne il sangue. Pelacane ripeteva:
      - Il diavolo in persona!
      Ma il vecchio, fiutando la nostra poca fede, tra la paura e il dispetto, osservò con ironia:
      - Oh, lor signori ridono? Solito spediente di chi non conosce il pericolo. Arti vecchie! È facile ridere, quando non si vuol credere; ma io che ho visto, non rido, e provo lo stesso ribrezzo d'allora. Ih,che cose! Quando vedo, credo: e anche allora, che ho veduto bene, ho veduto! e conobbi chi passava; e come l'ho conosciuto! Era lui! proprio lui! Il vecchio asino gli andava innanzi, il muso basso, le orecchie penzoloni e portando sul groppone il cadavere dello scomunicato.
      - Lo credo! lo credo! - sclamava Pelacane.


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La leggenda del Burando
Streghe folletti e apparizioni in Liguria
di Baccio Emanuele Maineri
Tipogr. Franceschini Firenze
1900 pagine 256

   





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