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      - Aiuto! Aiuto!
      - Son qui!
      I litiganti si trovavano sulla china della voragine.
      - T'agguanto, birbante! - urlai fremente; e subito mi balenò alla mente la raccomandazione di Caterina: Da oggi a otto, guárdati dal Buranco!
      In questa. Rosalba die’ un morso così rabbioso alla mano dell'aggressore, che questo, urlando per lo spasimo e cieco d'ira, le assestava un calcio da maestro, mandandola giù a ruzzolare; e fuggì come lampo. Il tutto in un momento.
      Una bestemmia orribile tuonò sopra di me; Sansone arrivava con Loff; e, proprio allora, la Rosalba spariva nell'abisso.
      Il vecchio, agitato, appoggiò la fronte sulla palma delle mani, e tacque: la sua commozione era così forte, che ne provai una stretta al cuore; poi, mandato un gran sospiro, seguitò:
      - Ecco com'era andata.
      Gemisto, anche lui de’ nostri paesi, che svernava dall'altra parte della valle con l'armento, da qualche tempo dava noia a Rosalba, di cui era innamorato cotto; l'avrebbe di certo sposata, ma la ragazza non ne voleva sapere perchè tutto il suo cuore era di Sansone. Avendola incontrata alcuni giorni innanzi presso gli Edifizî, le dava non poca molestia; essa lo disse a Sansone. Temevo qualche rissa sanguinosa, ma con le buone mi riuscì di tener a freno il figlio.
      O come quel ragazzaccio era tornato a dar nuove noie a Rosalba? Si sa, 1'amore fa commettere pazzie d'ogni sorta; trovandosi egli su per queste piaggie, le tese un agguato, quel giorno che la fanciulla era salita da noi per un affare del padre, e a domandar consiglio.


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La leggenda del Burando
Streghe folletti e apparizioni in Liguria
di Baccio Emanuele Maineri
Tipogr. Franceschini Firenze
1900 pagine 256

   





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