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      - C'è speranza - sclamò levandosi in piedi; - subito all'opera
      - La salveremo a qualunque costo - dicevano i mulattieri; - lasciate fare a noi; ma calma e prudenza! Le smanie non giovano, e ci vuole giudizio, ci vuole: Dio ci aiuterà!
      Allungate le corde con nodi, se ne ottenne una doppia, sodissima, che Sansone si passò fra le gambe, dopo essersi legata a più giri la vita; provvistosi di un'altra, di riserva, se l'attorcigliò al collo, e lento lento, col nostro aiuto, si avventurò nel vano. Avevamo assicurato 1'altro capo al tronco d'un albero vicino, intorno al quale si lasciava scorrere la corda, come sulla ruota d'una puleggia.
      L'operazione andava bene; ma, Dio, che momenti! Mi sentivo spezzare il cuore.
      - Sansone? - chiamai fortemente.
      Non rispose.
      - Non senti? Come va?
      - Bene!...
      - E la corda giuoca?
      - Allentate.... Fermi!
      Si ristette. Quel tempo mi parve un secolo, soffrivo come un dannato. S'era tutti smaniosi.
      - E ora?
      Credo non sentisse; e io più forte:
      - Rispondi?
      - Tirate.... su!...
      Ci rimettemmo con tutto l'animo al secondo tentativo; le nostre fronti grondavano sudore.
      - Così?...
      - Così!
      - Hanno a essere salvi con l'aiuto di Dio, che vi ha mandati, amici, io diceva: avanti!
      - Adagio, - gridò Sansone, - adagio!
      Era vicino alla bocca; si tirava con cautela.
      - Figliuolo?
      - Eccomi....
      Ci appressammo all'orlo, lasciando un compagno al tronco dell'albero per sicurezza della corda.
      - Sansone?
      - Padre mio....
      Apparve la testa, poi lui sino alla cintola.
      - E lei?
      - Eccola,... legata a me per l'altra corda.


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La leggenda del Burando
Streghe folletti e apparizioni in Liguria
di Baccio Emanuele Maineri
Tipogr. Franceschini Firenze
1900 pagine 256

   





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