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      Tristi proponimenti di Gemisto - Sansone aspira a vendetta -
      Rosalba lo piega al perdono - Nozze.
     
     
      PASSARONO alcuni minuti di silenzio.
      Ginepro pareva non darsi pensiero di noi, anzi gli si leggeva in volto un disdegno altero, come avesse dinanzi gente di mala fede e scortese. Volse un'occhiata al fuoco e poi all'uscio, e rimase; poscia, distratto, parlava tra sè, come continuasse un soliloquio interrotto: «Ma! Chi l'avrebbe detto stamani? Un così bel tempo! E ora vedete che giornataccia! Una burianha(5) delle più capricciose. E quest'aria tagliente? Eh, la conosciamo noi questa vita! Poveri pastori! Si sa; bisogna essere preparati a tutto: e siamo. E per noi non si cambia mai, o si cambia di male in peggio. Pazienza! Sempre pazienza, e quel che Dio vuole.»
      Indi, rinvenuto e mortificato di quel trasporto, sorrise, dicendo:
      - Mi scuseranno, eh? della noia; già, è vizio dei vecchi il parlar troppo.
      - Al contrario - rispose il dottore - la vostra storia ci ha fatto passare una buon'ora di tempo.
      - Peccato che sia incompiuta - notò un compagno -; ci piacerebbe sentirne la fine.
      - Rimane ben poco da dire; Sansone e Rosalba si sposarono ugualmente.
      - Oh, se ne vorrebbe saper di più; per esempio, che avvenne di Gemisto?
      - Bene, bene! - sclamò il vecchio -, vo’ contentarli. E seguitò:
      Si può immaginare il rumore destato dalla disgrazia in paese e nei dintorni; in verità pochi vi prestarono fede, e alcuni ebbero la curiosità di salire sino al Buranco.... per vedere.... che cosa? Ma già i toiranesi sono sempre stati un po’ curiosi, mentre quei di Bardinato.


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La leggenda del Burando
Streghe folletti e apparizioni in Liguria
di Baccio Emanuele Maineri
Tipogr. Franceschini Firenze
1900 pagine 256

   





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