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      - Santo Dio, che storia, andava ripetendo! L'avrei creduta una fola! Che caso! Che brutto caso! Povera Rosalba, sospesa sull'abisso per ore e ore, sull'abisso senza fondo, donde veniva su un rumore lamentoso, e voci e sospiri dei dannati! Brrr, che orrore! Vergine santissima, 1'hai salvata tu quella meschina! Altro che incanutire come la neve, c'è da meravigliare che non l'abbiano tirata su nera come il carbone. Povera Rosalba! Povera Testabianca!
      Ginepro stava silenzioso, e forse l'esaltazione enfatica della guida gli accresceva i dubbi sulle nostre opinioni; poi, dando una scrollatina di spalle, disse con indifferenza ostentata:
      - È naturale, si pensa quel che si vuole; alla fin fine uno la fede non se la può dare: è cosa di coscienza.
      Nessuno rilevò l'onesta sentenza; si ripeterono i ringraziamenti, a coro e a parte, e ciascuno gli volle stringer la mano. Il dottore, a compiere un dovere per tutti, tentò di fargli scorrere in mano alcune monete, ma quei la ritrasse come scottato.
      - Le pare, di queste cose a me? Mi basta l'onore, non se ne parli; e se avessi errato, prego di gradir le mie scuse. Sono un povero vecchio, ignorante, e non ho la pretesa d'insegnar ad alcuno, e specie a lor signori.
      Ma il magnifico con be’ modi tanto disse e insistè, che il poveraccio dovette acconsentire, mostrando tutta la sua riconoscenza co’ gesti e con gli occhi.
      Pelacane, ch'era uscito a dar un'occhiata al tempo, si fece innanzi urlando:
      - Si può andare; convien approfittare della bonaccia.
      - Andiamo!


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La leggenda del Burando
Streghe folletti e apparizioni in Liguria
di Baccio Emanuele Maineri
Tipogr. Franceschini Firenze
1900 pagine 256

   





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