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      Un capo ameno ne dà un'ultima spiegazione.
      Una compagnia d'amici - gente che ama curiosare e girellar di notte - si trovava a ora molto avanzata a lato della chiesa della Certosa, nella strada. Era silenzio alto, i frati dormivano della grossa; per tutto buio pesto. Ma i fannulloni con occhio di gatto, stavano spiando, lì presso, una buca ovale, aperta nei muri del convento. A un tratto, - Hai tu visto? hai tu visto? - una cagna nera, famelica e rabbiosa, sbuca furiosamente e.... vattel’a pesca. Silenzio e tenebra.
      Il più sventato grida:
      - Vo’ andare in fondo!
      - Per carità! per carità! - gli susurrano i compagni.
      Senza dar retta, infila per la muda e scompare.
      Sapete che scoperse?
      Un salone vasto, vastissimo, dove lungo le pareti, a guisa di schiera ordinata, si vedevano scheletri di monaci, coperti dalle loro tonache: nel guardare impaurito la brutta scena, ecco sbucar da un angolo un eteroclito e maligno folletto che, facendogli le fiche sul muso, gl'impose di risalire subito per il pericoloso e indiscreto pertugio. Non se lo fece dire due volte; ma sbucato fuori.... Oh, vista delle viste!...
      - Che vide ei dunque?
      I suoi compagni, a mo’ di spiritati, facevano una ridda vorticosa nel largo della strada, e in mezzo ad essi la cagna nera, mutata in una bellissima fanciulla, accompagnava la danza con scede sfacciate e pazze.
      Cose dell'altro mondo!
     
      IV.
     
      Cia di Valcava - Sandro di Porchera nei pressi del Buranco -
      Spavento di Michelaccia, che lo crede sprofondato nel baratro -
      È ritenuta pazza - Mistero sulla fine del povero soldato.


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La leggenda del Burando
Streghe folletti e apparizioni in Liguria
di Baccio Emanuele Maineri
Tipogr. Franceschini Firenze
1900 pagine 256

   





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