Pagina (160/256)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      I pregiudizi, le credenze, la natural rozzezza degli abitatori offrono argomento di antica ignoranza, alla quale è suggello una superstizione ingenua e cieca. I manipoli delle sue misere case, sparsi qua e là in una vallata romantica e pittoresca, compresa fra due catene di colli, che si dipartono dai fianchi di Monte Calvo, ne ostentano lo squallore in quella solitudine solenne, privilegiata. Di fronte, roccie brulle e striate in forma di trapezi bizzarri: a sinistra, macchie di pini, di faggi e di quercie, quasi ricettacoli misteriosi sul declivio; e lì - dove a destra la strada serpeggia e l'erta divien faticosa - il verde grigiastro del mesto uliveto: al basso un misero rigagnolo scorre con mormorio flebile tra ciottoli e massi alla rinfusa. Gli uomini si dànno all'agricoltura, alla pastorizia, al taglio delle legna, assecondati nel lavoro dalle, donne, sui volti delle quali raro è che l'occhio si posi con compiacenza, tanto le fattezze ne richiamano a’ tipi delle streghe e delle megere; ma, in generale, uno stato di relativa prosperità nelle famiglie. Non indifferenti però gli abitatori alla cosa pubblica, e quindi non ignari del tutto della legge comunale, ma presi soprammodo da profondo e sincero sentimento religioso, e amanti delle feste e delle teatrali pompe delle maggiori solennità.
      Abituri miseri a cui s'accede per la stalla o da anguste scale, cucine annerite con focolari di tempi immemorabili, dove nelle sere invernali si són narrate le più tetre e paurose storie; e qua e là su qualche porta sgangherata non manca l'affresco rozzo e sbiadito, che vi ricorda tutta la verità di questi versi:


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

La leggenda del Burando
Streghe folletti e apparizioni in Liguria
di Baccio Emanuele Maineri
Tipogr. Franceschini Firenze
1900 pagine 256

   





Monte Calvo