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      «Vi son andate le básue e vi han ballato tutta la notte.» Oh, com'è gialla e squallida questa landa! Si direbbe che il terreno è bruciato. «Non avete sentito il frastuono d'ieri sera? Vi son passate le streghe, e han fatto d’ogni erba un fascio.»
     
      Ecco una fiaba da colorire il quadro.
      Un giovinotto aitante e garbato faceva all'amore con una ragazza bella come il sole, ch'era l'unico tesoro della madre vedova. Un giorno viene a sapere che le due donne erano due astutissime streghe. Non presta fede alla voce e continua a frequentarne la casa! però, uomo avvisato mezzo salvato: prende a tenerle d'occhio. Che fa egli per sincerarsi? Il primo venerdì che viene, prolunga la veglia sin oltre le dieci: ma esse non se ne dàn per intese, lo lascian chiacchierare, e gli prodigan gentilezze e sorrisi. Se ne esce verso le undici, dicendo: «Oh, male lingue! Ecco come si divulgano le calunnie.» Gli amici continuano a dargli la berta, e rincarano la dose sui meriti delle donne: «Di certo, finirai per rimanere stregato anche tu.» Il giovane è sempre più invischiato; ma questa volta è proprio risoluto di scuoprir paese. All'altro venerdì protrae la veglia; chiacchiera, chiacchiera e attende i rintocchi delle undici: e le donne a continuargli il buon viso, come se niente fosse. Allora s'infinge cascante dal sonno e in un amen si lascia andare sdraiato come un briaco sopra una panca, mettendosi a russar forte a guisa d'un mantice. Il tempo passava, e le donne si guardavano in faccia. «Dorme egli davvero?


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La leggenda del Burando
Streghe folletti e apparizioni in Liguria
di Baccio Emanuele Maineri
Tipogr. Franceschini Firenze
1900 pagine 256