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      Esasperate che Santino pretenda d'intendersene troppo alla palese, gli pigliano il figlio settenne e, nella stalla, lo buttano addirittura sotto le zampe del mulo bianco, una bestia delle più ombrose; proprio un miracolo se gli riuscì di trarnelo salvo. E così a Prœ Pasticchia, che volea far troppo e guadagnarne a palate. Ma come prendersela col prete? È bell'e trovata: ogni volta ch'ei s'accinge a scacciare il malocchio, gli rubano la Perpetua, la trascinano nella stalla e, accoccolatala dietro la porta, con una loro malia, la rendono stupidita. Dopo mille ricerche, ormai perduta la pazienza, usando ogni arte, il reverendo giunge a scovarla, e la libera dall'incantesimo.
     
      Di streghe ve n'ha di grasse e di magre, di giovani e di vecchie; se una in vita non è tenuta per tale, l'è poi dopo morte. In famiglia, la básua trasmette soltanto ad uno il triste suo privilegio, i principî cioè e le norme della stregoneria. Nel medio evo la fattucchiera facea patto col diavolo, vendendogli l'anima; tra noi il sortilegio, ossia la facoltà del maleficio è il prodotto contagioso dell'immaginazione e dell'isteria; nel delirio isterico le básue sono pur assetate del sangue dei bambini. Per la qual cosa certe madri, salvo che per la cerimonia del battesimo, non lascian veder luce - o ben poca - al neonato, condannandolo sino a due o tre anni alla mefitica prigionia delle oscure e annerite loro stamberghe, sebbene non ignorino che le streghe son capaci di penetrare pel buco della serratura. Così i poveri bambini, soli per lunghe ore - perchè le madri vanno alla campagna -, non fanno che lamentarsi e frignare; e al tornare di quelle, affamate e streme, prendono un latte leggiero e poco men che attossicato.


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La leggenda del Burando
Streghe folletti e apparizioni in Liguria
di Baccio Emanuele Maineri
Tipogr. Franceschini Firenze
1900 pagine 256

   





Santino Pasticchia Perpetua