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      Ella aveva mantenuto la promessa; chè nel gergo s suo e delle comari le parole raso, color carne, invece che una stoffa di seta liscia e lustra, volevano semplicemente significare «un costume adamitico»(30).
      Ma chi potrebbe narrare le belle fiabe, le auree novelline che si odono quivi sul tema, accanto al fuoco, o qua e là ne’ discorsi d'occasione? Non basterebbe il volume, e io sono ormai già fuori di carreggiata. Persino i morti tornano dall'altro mondo, e tornano sull'alba a fare da soli, là dinanzi alla chiesa, le processioni alle quali hanno colpevolmente mancato in vita. Di certo, chi non adempie in vita certe pratiche religiose, gli tocca a farle «in morte.» Caccian, il cacciatore conosciutissimo in tutta la valle, ce ne assicura; anzi è lui stesso che, alla prima alba, incontrò sulla piazza l'uomo avvolto nella cappa bianca, che andava su e giù dicendo le sue preghiere con tanto di cappuccio.
      - Ohe? Non disturbare chi prega....
      - Volevo solo sapere?...
      - Lascia stare i morti.
     
      E gli cadde il cappuccio; e Caccian in quella faccia bianca come un lenzuolo, riconobbe una persona, trapassata l'anno innanzi, della quale non poteva dire il nome. Il morto alzò la mano e, proferendo cupamente: «Péntiti! Péntiti!» gli accennò d'andar via; l'altro non se lo fece ripetere, e perdè affatto la voglia della caccia,... almeno per quella mattina.
     
      Anna Maria N*** fu invece più fortunata; essa incontrò l'ombra che faceva le sue devozioni, e l'ombra teneva in mano un bel cero, un cero lungo e grosso.


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La leggenda del Burando
Streghe folletti e apparizioni in Liguria
di Baccio Emanuele Maineri
Tipogr. Franceschini Firenze
1900 pagine 256

   





Caccian Maria N