Pagina (182/256)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Poi il riso docile e insidioso del biondo paggio, la molle serventese del trovatore e, tutto giù, un cumulo di violenze, d'odî, di tenebrose vendette. Ma la mente prese sovratutto a meditare sul memorabile assedio del 1452, quando rottasi guerra dai Genovesi a Galeotto del Carretto, marchese del Finale, il Fregoso venne con parte de’ suoi uomini d'arme attorno all'altipiano del castello, difeso dal marchese Giovanni, in soccorso del quale era accorso il fratello Galeotto. Otto giorni di pugna, e i Genovesi dispersi; ma tre giorni dopo il Fregoso muove di nuovo all'assalto e, scoperto il lato debole del castello, ne demolisce in parte le fondamenta che precipitano a rovina, mentre di su e di giù fulminavano le bombarde; e Giovanni più che dalle macchine, è vinto per forza. Mario Filelfo ha narrato quell'epica tenzone, della quale, non ha guari, uno scrittore valoroso e gentile rinverdiva le gesta con le pagine di Castel Gavone.
     
      - O guardate come da qui si signoreggia Valsorda!
      Valsorda è un luogo triste e selvaggio che, specie a mirarlo da questo scoglio a cavaliere di sì scoscesi burroni, desta un senso di raccoglimento, e di paura; si direbbe che una schiera di giganti infernali abbia operato nell'affossamento profondo solcato da borri insidiosi, coperto di cupe fratte, rigoglioso per folti labirintici boschetti di faggi e ontani, dove voce umana non desta mai eco di vita, nè s'ode mai canto di garruli uccelli, impauriti da quella vegetazione forte e selvaggia, che dall'alto all'imo stende un manto di verde cupo sull'angusta vallea.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

La leggenda del Burando
Streghe folletti e apparizioni in Liguria
di Baccio Emanuele Maineri
Tipogr. Franceschini Firenze
1900 pagine 256

   





Genovesi Galeotto Carretto Finale Fregoso Giovanni Galeotto Genovesi Fregoso Giovanni Filelfo Castel Gavone Valsorda