Pagina (185/256)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Un lampo fulgentissimo illuminò 1'intiera vallata, cui seguì il frastuono d'uno scoscendimento immane; poi silenzio altissimo e oscurità profonda. In Valsorda, il mattino seguente, il gran noce era squarciato dal fulmine, asciutta la fonte, e una vegetazione lussureggiante d'alberi d'ogni sorta rallegrava dall'alto il bosco e i fianchi della montagna.
     
      Sceso dal quel nido di avoltoi, mi trovavo adesso sulla gaia piazzetta di S. Michele a guardare la bella distesa del mare, che si vede lontano nella forma d'un immane trapezio a rovescio. La chiesa, come ho detto, era l'antica cappella dei del Carretto, convenientemente ingrandita, come l'oratorio che le sorge giù dietro, dalla parte della strada, ricorda l'ampia scuderia del feudatario superbo; alla sinistra di essa; l'andito o viottolo del romitaggio delle monache consacrate all'educazione dei bambini. Una lapida marmorea sul terreno ricorda con lunga iscrizione le virtù d'un ignoto trapassato, e la nullità della vita. Qui pure continua bello e grandioso lo spettacolo di una natura alpestre e svariata. Che dolce quiete, che solitudine beata quassù! Ero commosso. Intanto, ecco uscire dalla chiesa un umile e festevole corteo: avean portato un bambino al fonte battesimale; nello stesso tempo saliva dalla valle un canto geniale di voci femminili. «Che pace! Che contentezza!» - sospirai. E una voce intima mi rispose: «E crederesti per avventura anche tu che la face della civiltà renda gli uomini più savi, migliori e felici?...»
      Calava il sole.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

La leggenda del Burando
Streghe folletti e apparizioni in Liguria
di Baccio Emanuele Maineri
Tipogr. Franceschini Firenze
1900 pagine 256

   





Valsorda S. Michele Carretto