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      - Sicuro, la ragione c'era!
      - Sentiamola, sentiamola! - gridan più voci.
      - Eh! - fece con ironia finissima il compagno - non son mica tanto facile a svelare certi segreti....
      - Spiegati, via, quali segreti?
      - Lasciatemi prendere respiro, e li saprete. Si tratta nientemeno che lo spirito maligno volesse rendere piana e agevole la strada a una bella toiranina, usa a salir di frequente a San Pietro per confessarsi dall'abbate, un abbate di circa trent'anni, nerboruto e valido come un toro e così facile a far miracoli, da mostrarle il paradiso ad occhi aperti. Pare che il diavolo volesse aprir da questa parte uno stradone per arrivare al santuario anche in carrozza; ma per quanto tentasse e ritentasse, non gli è mai riuscito. Quando il lavoro era presso a terminare; nell'alta notte diroccava con un fragore... d'inferno. L'è chiara come il sole: il Signore non volle permettere alle giovani penitenti di recarsi a disturbar i monaci in quell'ascetica solitudine.
      Uno scroscio di applausi coronò le parole del chiacchierone.
      Al così detto ponte d'Angione comincia la regione degli Edifizî. Una fabbrica abbandonata e in rovina ricorda ancora i molini di tanti anni fa, quando l'industria della macinazione delle biade, e in ispecie del grano, era elemento di prosperità in Liguria, e anche nella nostra valle, così ricca di acque, usate appunto per motori idraulici. Coloro che non sono ancora vecchi, non hanno certo dimenticato il Martinetto, una specie di officina di Vulcano, dove si lavorava il ferro con due pesantissimi e colossali magli, i quali battendo spessi colpi sul metallo incandescente, e perciò malleabile e duttilissimo, lo riducevano in lunghe sbarre, facendo echeggiare per la landa selvaggia un rumor cupo e profondo, soprattutto pauroso nelle ore di notte, quando al rifulgere del fuoco i fabbri seminudi sembravano al passante quasi altrettanti diavoli dell'inferno:


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La leggenda del Burando
Streghe folletti e apparizioni in Liguria
di Baccio Emanuele Maineri
Tipogr. Franceschini Firenze
1900 pagine 256

   





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