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      - Povera signora!... Ma è un’infamia spargere di queste voci!
      E le contesse e le marchese protestano in nome della offesa dignità femminile; e si parla della lingua lunga del mondo, della virtù d’una donna quanto sia fragile; e il bel sesso accusa il sesso forte di abusare di questa fragilità per fini secreti e malvagi; e i pochi membri del sesso forte presenti oppongono in massa che calunnie di questo genere sono quasi sempre parto di fantasie femminili. Di quì nasce un ragionamento filosofico sull’amicizia fra donne, e si conchiude che non esiste. Finalmente il discorso converge al solo, all’unico punto interessante: da chi può essere partita la calunnia contro la signora Emma? Qualcuno arrischia dei nomi; nessuno crede che sia una cattiva azione codesta; tutt’al più si osserva che non se ne ha la certezza; e i damerini infilano la porta, e trottano chi di qua chi di là a tastare il terreno, onde avere in mano, potendo, la chiave del dubbio agitatore e crudele. E forse taluno sogna di aprire con essa un cuoricino...
      Intanto la prima signora che aveva incontrato per via l’Ancillo, nuovamente lo trova e lo ferma:
      - Che cosa mi disse l’altro giorno della signora Emma e del marchesino? È tutto falso!
      Lui finge di cascar dalle nuvole, e per evitar le domande suggestive della curiosa interlocutrice, ne sballa un’altra delle sue:
      - La Emma è nulla! Non sa la nuova? Napoleone è morto!
      L’avventura del marchesino è messa in tacere; la società ritorna a recitare la tragicommedia d’innanzi; questa volta anche le gazzette cascano nella rete, anche i negozianti si accapigliano alla Borsa.


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Il principe dei satirici veneziani Pietro Buratti
di Vittorio Malamani
Tipografia dell'Ancora Venezia
1887 pagine 115

   





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