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      Poeta sempre e lunatico, perchè chi molto lavora col cervello non è in terra che a sbalzi, e la più parte, la migliore della sua vita, la passa lassù fra le nuvole; ma pieno di cuore e di spirito, un uomo simpatico e caro, il modello dei mariti e dei padri. Spiegare tutto questo non è facile. Nella vita ci sono antagonismi curiosi.
      Si vuole che i Don Giovanni riescano comunemente buoni mariti, perchè hanno molto vissuto; ma per vivere molto bisogna che si sposino in età matura, e sposandosi in età matura potranno essi fare una buona moglie? Si capisce che le ragazze preferiscano un vecchio danaroso, per esempio, a un giovine che non abbia che dell’ingegno; ma la loro inclinazione naturale sarebbe di preferire ad un uomo di cinquant’anni due giovinotti di venticinque. Il Don Giovanni sarà un buon marito, perchè almeno lascerà in pace la moglie; ma felice? No. Senonchè nella maggior parte dei casi quelli che vissero molto in gioventù muoiono celibi, per il semplice motivo che essendo stati cacciatori di donne per professione, delle donne non hanno stima; tengono per fermo che i mariti somiglino tutti al Mosè di Michelangelo, e questa somiglianza li spaventa più della morte. Or bene: eccezione fortunatissima, il Buratti da giovane gran libertino e per conseguenza marito eccellente, aveva anche un’eccellente moglie, forse perchè di condizione inferiore alla sua, e senza sforzo esercitava quelle dolci virtù che la domestica felicità alimenta ed abbellisce. Le follìe della giovinezza più non erano in lui che lontane memorie.


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Il principe dei satirici veneziani Pietro Buratti
di Vittorio Malamani
Tipografia dell'Ancora Venezia
1887 pagine 115

   





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