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      Allora l’umanità sarebbe destinata a perire, o a dibattersi perennemente tra la tirannide dei vincitori e la ribellione dei vinti.
      Ma per fortuna più sorridente è l’avvenire dell’umanità, perché più mite è la legge che la governa.
      Questa legge è la solidarietà.
      L’uomo ha, come proprietà fondamentali, necessarie, l’istinto della propria conservazione, senza del quale nessun essere vivo potrebbe esistere, e l’istinto della conservazione della specie, senza cui nessuna specie avrebbe potuto formarsi e durare. Egli è spinto naturalmente a difendere l’esistenza ed il benessere di se stesso e della propria progenitura, contro tutto e tutti.
      Due modi trovano in natura gli esseri viventi per assicurarsi l’esistenza e renderla più piacevole: uno è la lotta individuale contro gli elementi e contro gli altri individui della stessa specie o di specie diversa; l’altro è il mutuo appoggio, la cooperazione, che può anche chiamarsi l’associazione per la lotta contro tutti i fatti naturali contrari all’esistenza, allo sviluppo ed al benessere degli associati.
      Non occorre indagare in queste pagine, e non potremmo per ragione di spazio, quanta parte hanno rispettivamente nell’evoluzione del regno organico questi due principii della lotta e della cooperazione.
      Ci basterà constatare come nell’umanità la cooperazione (forzata o volontaria) sia diventata il solo mezzo di progresso, di perfezionamento, di sicurezza; e come la lotta — resto atavico — sia diventata completamente inetta a favorire il benessere degli individui, e produca invece il danno di tutti, e vincitori e perdenti.


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L'anarchia
di Errico Malatesta
pagine 75