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      Io ebbi l’onore e la fortuna di essere per lunghi anni legato a Kropotkin dalla più fraterna amicizia.
      Noi ci amavamo perchè eravamo animati dalla stessa passione, dalla stessa speranza... ed anche dalle stesse illusioni.
      Tutti e due di temperamento ottimista (io credo tuttavia che l’ottimismo di Kropotkin sorpassava di molto il mio e forse aveva una sorgente diversa) noi vedevamo le cose color di rosa, ahimè! troppo color di rosa - noi speravamo sono già più di cinquant’anni, in una rivoluzione prossima, che avrebbe dovuto realizzare il nostro ideale. Durante questo lungo periodo vi furono ben dei momenti di dubbio e di scoraggiamento. Ricordo, per esempio, che una volta Kropotkin mi disse: “Mio caro Errico temo che siamo noi soli, tu ed io, che crediamo in una rivoluzione vicina”. Ma erano dei momenti passeggeri: ben presto la fiducia tornava; ci si spiegava in un modo qualsiasi le difficoltà presenti e lo scetticismo dei compagni e si continuava a lavorare ed a sperare.
      Nullameno non bisogna credere che noi avevamo in tutto le stesse opinioni. Al contrario, in molte idee fondamentali noi eravamo lungi dall’essere d’accordo, e quasi non c’era volta che c’incontravamo senza che nascessero tra noi delle discussioni rumorose ed irritanti; ma siccome Kropotkin si sentiva sempre sicuro di aver ragione e non poteva sopportare con calma la contraddizione, e d’altra parte io avevo molto rispetto per il suo sapere e molti riguardi per la sua salute vacillante, si finiva sempre col cambiar d’argomento per non irritarsi troppo.


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Rivoluzione e lotta quotidiana
di Errico Malatesta
pagine 338

   





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