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      Ma sarebbe un errore il credere che questa fu una comoda scusa per ritirarsi dalla lotta. Io ho conosciuto parecchi compagni dal temperamento ardente, pronti ad ogni sbaraglio, che si sono esposti a grandi pericoli ed hanno sacrificato la loro libertà ed anche la loro vita in nome dell’anarchia pur essendo convinti dell’inutilità della loro azione. Essi lo han fatto per disgusto della società attuale, per vendetta, per disperazione, per amore del bel gesto, ma senza credere con questo di servire la causa della rivoluzione e per conseguenza senza scegliere il bersaglio ed il momento e senza curarsi di coordinare la loro azione con quella degli altri.
      Da un altro lato, quelli che senza preoccuparsi di filosofia han voluto lavorare per avvicinare e fare la rivoluzione, han creduto la cosa ben più facile ch’essa non fosse in realtà, non ne hanno preveduto le difficoltà, non si sono preparati come occorreva... e così ci si è trovati impotenti il giorno in cui vi era forse la possibilità di fare qualche cosa di pratico.
      Possano gli errori del passato servire di lezione per far meglio nell’avvenire.
     
     
      2. L’EVOLUZIONE DELL’ANARCHISMO
     
      a. Alla radice delle idee4
      Un soffio di rivolta passa dappertutto; e la rivolta è qui l’espressione di un’idea, là il risultato di un bisogno; più spesso poi è la conseguenza dell’intrecciarsi di bisogni e d’idee che si generano e si rinforzano a vicenda; si scaglia contro la causa dei mali o la colpisce di fianco, è cosciente o istintiva, umana o brutale, generosa o strettamente egoista, ma in ogni modo diventa sempre più grande e si estende ogni giorno di più.


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Rivoluzione e lotta quotidiana
di Errico Malatesta
pagine 338