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      Per eliminare totalmente la rivolta sanguinosa delle vittime, non vi è altro mezzo che l’abolizione dell’oppressione, mediante la giustizia sociale.
      Per diminuirne ed attuarne gli scoppi non v’è altro mezzo che lasciare a tutti la libertà di propaganda e di organizzazione; che lasciare ai diseredati, agli oppressi, ai malcontenti, la possibilità di lotte civili; che dar loro la speranza di poter conquistare, sia pur gradualmente, la propria emancipazione per vie incruente.
      Il governo d’Italia non ne farà nulla continuerà a reprimere... e continuerà a raccogliere quello che semina.
      Noi, pur deplorando la cecità dei governanti che imprime alla lotta un’asprezza non necessaria, continueremo a combattere per una società in cui sia eliminata ogni violenza, in cui tutti abbiano pane, libertà, scienza, in cui l’amore sia la legge suprema della vita.
      d. Errori e rimedi8
      Vi è oggi tanta gente varia che si chiama anarchica, e col nome di anarchia si espongono tante idee disparate e contraddittorie, che davvero avremmo torto di meravigliarci quando il pubblico che è nuovo alle idee, e non può a prima giunta distinguere le grandi differenze che si nascondono sotto il velo di una parola comune, resta sordo alla nostra propaganda e ci guarda con sospetto.
      Noi non possiamo naturalmente impedire agli altri di prendere il nome che vogliono; nè l’abbandonar noi il nome di anarchici servirebbe ad altro che ad aumentare la confusione, poichè il pubblico penserebbe che noi abbiamo semplicemente voltato bandiera.


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Rivoluzione e lotta quotidiana
di Errico Malatesta
pagine 338

   





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