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      Fu così che avvenne per ragioni del resto alquanto diverse agli anarchici spagnoli nei moti del 1873. Per un concorso di circostanze, si trovarono padroni della situazione in varie città, come per es. in S. Lucas de Barrameda e Cordova: il popolo non faceva nulla da sè ed aspettava che qualcuno comandasse il da farsi; gli anarchici non vollero prendere il comando perchè ciò era contrario ai loro principi... ed allora subentrò la reazione repubblicana prima, monarchica poi, che ristabilì il vecchio regime coll’aggravante delle persecuzioni, arresti e massacri in massa.
      Andiamo tra il popolo: questa è l’unica via di salvezza. Ma non vi andiamo con la boria burbanzosa di persone che pretendono possedere il verbo infallibile e disprezzano dall’alto della loro pretesa infallibilità chi non divide le loro idee. Andiamoci per affratellarci coi lavoratori, per lottare con loro, per sacrificarsi per loro. Per avere il diritto, per avere la possibilità di reclamare dal popolo lo slancio e lo spirito di sacrifico necessario nelle grandi giornate di battaglia decisiva, bisogna aver dato al popolo prova di sè, bisogna esserci mostrati primi per coraggio e per abnegazione nelle sue piccole lotte quotidiane. Entriamo in tutte le associazioni di lavoratori, fondiamone più che possiamo, provochiamo federazioni sempre più vaste, sosteniamo ed organizziamo scioperi, propaghiamo dappertutto con tutti i mezzi, lo spirito di cooperazione e di solidarietà tra i lavoratori.
      E guardiamoci dal disgustarci perchè spesso i lavoratori non comprendono o non accettano tutti i nostri ideali e stanno attaccati a vecchie forme ed a vecchi pregiudizi.


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Rivoluzione e lotta quotidiana
di Errico Malatesta
pagine 338

   





S. Lucas Barrameda Cordova