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      Tutte cose che non potremmo fare, per ovvie ragioni di psicologia popolare, intervenendo dopo: quando l’insurrezione contro la monarchia si fosse fatta ed avesse vinto senza di noi.
      Spinti da queste ragioni, altri compagni vorrebbero che noi lasciassimo da parte per il momento la propaganda anarchica e ci occupassimo solo della lotta contro la monarchia, per poi ad insurrezione vinta ricominciare il nostro lavoro speciale di anarchici. E non pensano che se noi ci confondessimo oggi coi repubblicani, lavoreremmo a beneficio della prossima repubblica, disorganizzeremmo le nostre file, confonderemmo la mente dei nostri, e non avremmo poi, quando vorremmo, la forza d’impedire che la repubblica si faccia e si fortifichi.
      Fra questi due errori opposti, la via che dobbiamo seguire ci pare chiara.
      Noi dobbiamo concorrere con i repubblicani, con i socialisti democratici e con qualsiasi partito antimonarchico ad abbattere la monarchia: ma dobbiamo concorrervi come anarchici, per gli interessi dell’anarchia senza scompaginare le nostre forze e confonderle con quelle degli altri, e senza prendere nessun impegno che vada oltre della cooperazione nell’azione militare.
      Così solo possiamo, secondo noi, avere, nei prossimi avvenimenti, tutti i vantaggi di un’alleanza cogli altri partiti antimonarchici senza rinunziare a nessuna parte del nostro programma.
     
     
      4. L’ORGANIZZAZIONE DEGLI ANARCHICIa. Occorre dividerci... per poi riunirci13
     
      Io tiro avanti aspettando il momento in cui potrò spiegare, nel modo in cui credo utile, la mia attività e preparandomici come meglio posso.


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Rivoluzione e lotta quotidiana
di Errico Malatesta
pagine 338

   





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