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      Ma sarebbe una grande e letale illusione il credere, come fanno molti, che il movimento operaio possa e debba da se stesso, in conseguenza della sua stessa natura, menare ad una tale rivoluzione. Al contrario, tutti i movimenti fondati sugl’interessi materiali ed immediati (e non si può fondare su altre basi un vasto movimento operaio), se manca il fermento, la spinta, l’opera concertata degli uomini d’idee, che combattono e si sacrificano in vista di un ideale avvenire, tendono fatalmente ad adattarsi alle circostanze, fomentano lo spirito di conservazione e la paura di cambiamenti in quelli che riescono ad ottenere condizioni migliori, e finiscono spesso col creare nuove classi privilegiate e servire a far sopportare e consolidare il sistema che si vorrebbe abbattere.
      Di qui la necessità impellente di organizzazioni prettamente anarchiche che dentro, come fuori dei sindacati lottino per la realizzazione integrale dell’anarchismo e cerchino di sterilizzare tutti i germi di degenerazione e di reazione.
      Ma è evidente che per conseguire i loro scopi le organizzazioni anarchiche debbono essere, nella loro costituzione e nel loro funzionamento, in armonia coi principi dell’anarchismo, e cioè che non siano in nessun modo inquinate da spirito autoritario, che sappiano conciliare la libera azione degl’individui con la necessità ed il piacere della cooperazione, che servano a sviluppare la coscienza e la capacità d’iniziativa dei loro membri, e siano un mezzo educativo per l’ambiente in cui operano ed una preparazione morale e materiale per l’avvenire che desideriamo.


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Rivoluzione e lotta quotidiana
di Errico Malatesta
pagine 338