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      Coloro, che per le ragioni da noi accennate ne furono tocchi, cessarono di essere anarchici, si unirono ai socialisti autoritari, ed insieme con questi precipitarono giù fino nei bassi fondi del politicume borghese.
      A causa dei voltafaccia, dei tradimenti, delle transazioni e delle inverosimili coalizioni che produsse la tattica parlamentare, vi fu nel campo socialista un lungo periodo d’incertezza e di confusione che paralizzò lo slancio del movimento: ma oggi la posizione ritorna limpida e chiara.
      L’evoluzione delle idee e dei fatti, la logica del metodo, l’influenza determinante che i mezzi adoperati esercitano sul fine da raggiungersi hanno fatto sì che ormai di vero socialismo non v’è più che il socialismo anarchico, che è di sua natura antiparlamentare e rivoluzionario.
      Questo se si piglia la parola socialismo nel senso che gli han dato i suoi apostoli ed i suoi martiri, e che ne ha fatto la leva potente che rovescerà il mondo borghese. Che se poi il significato della parola socialismo dovesse seguire la marcia indietro, che precipitosamente stanno compiendo i parlamentaristi, e dovesse significare quella ibrida accozzaglia di riforme burlesche, di contraddittorie aspirazioni, di menzogne impudenti, che forma la base dei programmi elettorali “socialisti”, allora potrebbero certo esser socialisti Guglielmo di Germania e Leone XIII e tutti i deputati e consiglieri “socialisti”; - ma non lo furono quelli che svelarono le menzogne della Economia politica ed il nulla della democrazia, e che debellarono moralmente mazzinianismo e radicalismo e li resero impotenti per sempre; non lo furono nè BakuninMarx; non lo furono coloro che per il socialismo sacrificarono gioventù, pace, amore, libertà; non lo furono coloro stessi che alle lotte socialiste dei primi anni, abilmente sfruttate più tardi, debbono la loro attuale posizione politica; non lo fu l’Internazionale, non lo sono gli anarchici.


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Rivoluzione e lotta quotidiana
di Errico Malatesta
pagine 338

   





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