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      Ma se “un pugno di farabutti o di nevrotici o anche un solo individuo si ostina nel dir no, allora non è possibile l’anarchia?” diavolo! Non sofistichiamo. Questi individui sono ben liberi di dire no, ma non potranno impedire agli altri di far sì – e quindi dovranno adattarsi il meglio che possono. Chè se poi “i farabutti o i nevrotici” fossero tanti da poter disturbare sul serio la società ed impedirle di funzionare pacificamente, allora... purtroppo, non saremmo ancora in anarchia.
      Noi non facciamo dell’anarchia un eden ideale, che per essere troppo bello, si debba poi rimandare alle calende greche. Gli uomini sono troppo imperfetti, troppo abituati a rivaleggiarsi ed odiarsi tra loro, troppo abbrutiti dalle sofferenze, troppo corrotti dall’autorità, perchè un cambiamento di sistema sociale possa, dall’oggi al domani, trasformarli tutti in esseri idealmente buoni ed intelligenti. Ma quale che sia l’estensione degli effetti che si possono sperare dal cambiamento, il sistema bisogna cambiarlo, e per cambiarlo bisogna che si realizzino le condizioni indispensabili al detto cambiamento.
      Noi crediamo che l’anarchia sia prossimamente attuabile, perchè crediamo che le condizioni necessarie alla sua esistenza vi siano già negl’istinti sociali degli uomini moderni, tanto che essi mantengono come che sia in vita la società, malgrado la continua azione dissolvente, antisociale, del governo e della proprietà. E crediamo che rimedio e baluardo contro le cattive tendenze di alcuni e contro i pericoli d’interessi e di gusti di altri non sia un governo qualsiasi, il quale essendo composto di uomini non può che far pendere la bilancia dalla parte degli interessi e dei gusti di chi sta al governo – ma la libertà la quale, quando ha a base l’uguaglianza di condizioni, è la grande armonizzatrice dei rapporti umani.


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Rivoluzione e lotta quotidiana
di Errico Malatesta
pagine 338