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      Ma, dice Merlino, se io sono attaccato da uno più forte di me, come farò a difendermi? Accorrerà la gente ad aiutarmi? E accorrendo, come farà a giudicare da che parte sta la ragione? E siccome probabilmente si produrranno opinioni diverse, si avrà dunque per ogni disputa una guerra civile?
      E i carabinieri, rispondo io, sono sempre presenti per difendere chi è attaccato? Ed è sicuro ch’essi non si mettano mai dalla parte di chi ha torto? E il giudizio dei magistrati offre forse più garanzie di giustizia di quello della folla? E la tirannia è forse preferibile alla guerra civile? Merlino ragiona come fanno i conservatori. Egli mette innanzi tutti gl’inconvenienti, tutti i conflitti possibili nella vita sociale, e se ne serve per dire impossibili ed assurdi gl’ideali nostri – dimenticando però di dirci come a quegli inconvenienti ed a quei conflitti si ripara nel sistema suo.
      Merlino teme la guerra civile; ma che cosa è un regime autoritario se non uno stato di guerra, in cui una delle parti è stata vinta e si trova soggetta? Merlino dirà che egli è libertario e non già autoritario; ma se qualcuno, individuo o collettività, minoranza o maggioranza può imporre agli altri la propria volontà, la libertà è una menzogna, o non esiste se non per chi dispone della forza.
      Io non ho mai detto che l’Anarchia, specie nei primi mi tempi sarà l’Arcadia o l’Eldorado. Vi saranno purtroppo guai e difficoltà inerenti all’imperfezione ed al disaccordo degli uomini; ma se v’è probabilità che i mali siano minori che in qualsiasi regime autoritario, ciò mi basta per essere anarchico.


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Rivoluzione e lotta quotidiana
di Errico Malatesta
pagine 338

   





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