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      Questa spiegazione è, secondo me, più vera e più logica di quella addotta dall’Avanti! per dar la ragione del fatto che molto spesso è nei paesi dove il proletariato aveva maggiore coscienza che l’idea anarchica fece minor progresso perchè gli operai abbandonavano l’anarchia in forza della predicazione socialista.
      – Ma allora tendereste a diventare un partito riformista?
      – No, perchè per noi le riforme, se e dove si possono ottenere non debbono essere che un avviamento alla rivoluzione; e perciò vogliamo che il popolo le conquisti da se stesso, senta che sono dovute alla sua energia, e in lui, quindi, si sviluppi la volontà di pretendere sempre di più. Siamo un partito rivoluzionario perchè miriamo alla rivoluzione e perchè riteniamo che le riforme possibili nel regime capitalistico non possono essere che anodine, spesso semplicemente temporanee, e che il proletariato non potrà raggiungere la sua emancipazione senza la trasformazione completa degli ordinamenti sociali.
      Per sistema, noi patrociniamo sempre quelle riforme che più delle altre, rendono evidente il conflitto tra proprietari e proletari, tra governanti e governati, e che quindi pretendono preparare un sentimento cosciente della ribellione, che esploderà nella rivoluzione definitiva finale.
      D’altronde per noi l’essenziale è di stare col popolo, di mostrargli che noi intendiamo lottare e soffrire con lui, di sviluppare in lui la coscienza della forza, volontà e potenza che solo possono venirgli dall’organizzazione. Poi non mancherà l’occasione di far di più; che veramente in Italia non sono le occasioni di rivoluzione che sono mancate, ma la forza nei partiti popolari di approfittarne.


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Rivoluzione e lotta quotidiana
di Errico Malatesta
pagine 338

   





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