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      Noi mettiamo a base fondamentale del nostro programma l’abolizione della proprietà privata e l’organizzazione della produzione a vantaggio di tutti e fatta col concorso di tutti – il che è, o dovrebbe essere, il caposaldo di ogni specie di socialismo. E noi pensiamo che, essendo i lavoratori i maggiori sofferenti della società attuale ed i più direttamente interessati a mutarla, e trattandosi di instaurare una società in cui tutti siano lavoratori, bisogna che la nuova rivoluzione sia principalmente opera della classe lavoratrice organizzata e cosciente dell’antagonismo irreduttibile fra gl’interessi suoi e quelli della classe borghese – concetto che è merito massimo di Marx l’avere formulato, propagato e fatto quasi molla motrice di tutto il socialismo moderno.
      Ma in tutto questo l’Avanti! mal potrebbe parlare di evoluzione, poichè si tratta di propositi e convinzioni che fanno parte integrante dell’anarchismo, e che gli anarchici propagarono sempre, e in Italia già molti anni prima che vi esistessero i marxisti.
      Per scoprire dunque se davvero noi abbiamo evoluto verso il socialismo democratico, che l’Avanti! chiama, molto discutibilmente, socialismo marxista, bisogna ricercare quali sono le differenze che ci dividono e ci hanno sempre divisi dai socialisti democratici.
      Non è il caso di discutere le teorie economiche e storiche di Marx, le quali a me (che del resto ho competenza scarsissima) sembrano in parte erronee ed in parte consistenti solo nell’esprimere in termini astrusi e far sembrare strane e recondite delle verità che espresse in linguaggio comune sono chiare, evidenti e note a tutti.


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Rivoluzione e lotta quotidiana
di Errico Malatesta
pagine 338

   





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