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      Ciò non è esatto.
      Le ragioni del nostro dissenso dai socialisti democratici sono state sempre quelle stesse di oggi. Se li abbiamo combattuti con acrimonia non è stato già perchè essi si occupavano del movimento operaio più di quello che facessimo noi, ma perchè essi cercavano e cercano di volgere quel movimento a scopi che noi crediamo dannosi ai veri interessi del socialismo. Che anzi fra le cause per cui gli anarchici hanno per lungo tempo guardato con sospetto le organizzazioni operaie non decisamente rivoluzionarie, ed oggi ancora alcuni dei nostri non mettono nel propugnarle tutto il necessario fervore, vi è, non ultima, quella che i propagandisti del socialismo democratico hanno fatto e fanno tutto il possibile per discreditarle nell’animo nostro servendosene per farsi nominare deputati.
      Ed io mi sovvengo di essere stato, nel 1890 o 1891, trattato male dalla Giustizia (non dico ch’io l’abbia trattata meglio) perchè Prampolini voleva che la manifestazione del Primo Maggio si facesse invece la prima Domenica del mese, e gli amici di Reggio pubblicarono uno scritto mio per protestare contro una proposta che levava alla manifestazione il suo significato e la sua importanza. Ciò che prova che io ero in disaccordo colla Giustizia non già perchè quel giornale patrocinava la resistenza operaia più che non facessero i miei amici, ma perchè esso tendeva, almeno a giudizio mio, ad evirare il movimento operaio e l’ostacolava precisamente quando stava per prendere una via, poco atta a favorire candidature al parlamento, ma ottima per abituare i lavoratori ad agire di concerto e dar loro coscienza della propria forza.


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Rivoluzione e lotta quotidiana
di Errico Malatesta
pagine 338

   





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