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      La gente è corsa all’urna come sarebbe corsa in piazza a fare una dimostrazione se non avesse avuto paura delle fucilate della Guardia Civile.
      Non è detto con ciò che le urne hanno decisa la situazione, poichè se il re non si fosse sentito abbandonato dalle classi dirigenti e se fosse stato sicuro dell’esercito, se ne sarebbe infischiato delle elezioni ed avrebbe messo ordine alle cose con molte manette e qualche buon massacro.
      Certamente sarebbe stato molto meglio se la monarchia fosse caduta in altro modo, in seguito per esempio ad uno sciopero generale od un’insurrezione armata, perchè il fatto che il movimento prese le forme elettorali influisce malamente sulla sua natura e sui suoi probabili sviluppi futuri; ma insomma meglio così che nulla. Possiamo deplorare che non vi siano state forze sufficienti per far trionfare i metodi nostri, ma dobbiamo rallegrarci che la gente cerchi, per una via qualsiasi, di conquistare maggiore libertà e maggiore giustizia.
      Ti ricordi quando Cipriani fu eletto deputato a Milano? Alcuni compagni furono scandalizzati perchè io, dopo aver predicato l’astensione, mi rallegrai poi del risultato dell’elezione. Io dicevo, e direi ancora, che poichè vi sono quelli che, sordi alla nostra propaganda, vanno a votare, è consolante il vedere che essi votano per un Cipriani piuttosto che per un monarchico o un clericale – non già per gli effetti pratici che la cosa può avere, ma per i sentimenti ch’essa rivela.
      Questa delle elezioni è stata sempre una maledetta questione anche in mezzo a noi stessi, perchè molti compagni danno estrema importanza al fatto materiale del voto e non capiscono la natura vera della questione.


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Rivoluzione e lotta quotidiana
di Errico Malatesta
pagine 338

   





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