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      Ed abbiamo visto ancora che le occasioni possono capitare quando uno meno se lo aspetta, e che perciò bisogna star pronti sempre. Tutto quanto non sarà stato visto inutilmente.
      E che cosa farà il governo? V’è chi parla di biechi propositi di repressione, e non mancano giornali che spingono il governo su quella via, e designano specialmente noi ai suoi colpi. Non crediamo che il governo vorrà aumentare il discredito delle istituzioni violando le leggi fatte per sorreggerle. Poichè è bene si sappia, noi, pur essendo nemici delle leggi, per misura di prudenza e finchè siamo i più deboli cerchiamo di non esporci alle loro sanzioni. Noi vogliamo fare la rivoluzione e la prepariamo; ma la prepariamo alla luce del sole, colla propaganda scritta e orale, suscitando nelle masse la coscienza dei loro diritti e delle loro forze ed ispirando loro l’ideale di una civiltà superiore, e cercando di mettere pace e concordia fra i proletari ed affratellarli nella lotta contro il nemico comune. E tutto questo, per quanto profondamente sovversivo nel fine, è anche perfettamente legale. In ogni modo noi stiamo a vedere quel che faranno e ci regoleremo in conseguenza. Il governo si trova in una tragica posizione. O ci lascia tranquilli e noi continueremo tranquillamente l’opera nostra, o si abbandona a persecuzioni, e farà più propaganda in nostro favore di quella che potremo mai fare noi stessi. Il regime è condannato, e non si salva più, nè con le blandizie nè con i rigori. Solamente la rivoluzione sarà tanto meno violenta, il trapasso alla nuova società tanto meno doloroso, quanto meno violenta sarà la resistenza.


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Rivoluzione e lotta quotidiana
di Errico Malatesta
pagine 338