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      Vi sono di quelli che per una ragione qualsiasi non hanno voluto o non han potuto diventare fascisti; ma sono disposti a fare in nome della “rivoluzione” quello che i fascisti fanno in nome della “patria”. E d’altronde, come gli scherani di tutti i regimi sono stati sempre pronti a mettersi al servizio dei nuovi regimi e diventarne i più zelanti strumenti, così i fascisti di oggi si affretteranno domani a dichiararsi anarchici, o comunisti o quel che si voglia, pur di continuare a fare i prepotenti e sfogare i loro istinti malvagi E se non potranno nei loro paesi perchè conosciuti e compromessi, andranno a fare i rivoluzionari altrove e cercheranno di emergere mostrandosi più violenti, più “energici” degli altri e trattando da moderati, da codini, da “pompieri”, da contro-rivoluzionari quelli che la rivoluzione concepiscono come una grande opera di bontà e di amore.
      Certamente la rivoluzione va difesa e sviluppata con logica inesorabile; ma non si deve e non si può difenderla con mezzi che contraddicono ai suoi fini.
      Il grande mezzo di difesa della rivoluzione resta sempre quello di togliere ai borghesi i mezzi economici del dominio, di armare tutti (fino a quando non si possa indurre tutti a gettare le armi come giocattoli inutili e pericolosi) e di interessare alla vittoria tutta la grande massa della popolazione.
      Se per vincere si dovesse elevare la forca nelle piazze, io preferirei perdere.
      g. Repubblica "democratica"?64
      Si afferma che, mutata la situazione attuale, si farà la repubblica.


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Rivoluzione e lotta quotidiana
di Errico Malatesta
pagine 338

   





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