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      Ed in fondo è così, con spirito e con metodi essenzialmente, anche se incoscientemente, anarchici, per libera iniziativa di individui e di aggruppamenti volontari, che il mondo ha progredito, che la civiltà è andata faticosamente costituendosi. I governi, autocratici o democratici, monarchici o repubblicani sono stati sempre fattori di conservazione e di reazione, sempre difensori dei privilegi stabiliti, sempre ostacolo al progresso; e si è andato avanti solo quando, ed in quanto, delle forze, intellettuali e materiali, sono riuscite a sfuggire alla pressione governativa.
      Il problema dunque è di conquistare almeno un minimo di libertà, indispensabile ad ogni progresso.
      In Italia avremo la repubblica, e noi contribuiremo al suo trionfo concorrendo ad abbattere l’ostacolo comune che preclude il cammino a noi ed ai repubblicani; ma non diventeremo repubblicani per questo. Noi profitteremo delle circostanze per rinforzare la nostra compagine, per allargare la nostra propaganda e mireremo sempre all’immediata espropriazione dei capitalisti, come condizione preliminare di ogni vera libertà.
      Io non sono repubblicano, perchè repubblica significa democrazia, cioè, nel senso più genuino della parola, governo della maggioranza. Ed io sono contrario al governo della maggioranza come al governo della minoranza – anche lasciando da parte la questione, pure importantissima, del modo come fatalmente, in qualunque regime elettoralistico, si fabbrica una maggioranza e se ne falsifica la opinione.


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Rivoluzione e lotta quotidiana
di Errico Malatesta
pagine 338

   





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