Pagina (271/338)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Si trattava invece di cercare quello che di meglio si potrebbe fare in favore della causa anarchica in un rivolgimento sociale quale può avvenire nella realtà presente.
      I partiti autoritari hanno un programma determinato e vogliono imporlo colla forza; perciò aspirano ad impossessarsi del potere, non importa se con mezzi legali od illegali, e quindi trasformare la società a modo loro, mediante una nuova legislazione. E da questo dipende il fatto che essi, rivoluzionari a parole e spesso anche nelle intenzioni, esitano poi a fare la rivoluzione quando le occasioni si presentano; essi non sono sicuri della acquiescenza sia pure passiva, della maggioranza, non hanno forza militare sufficiente per far eseguire i loro ordini su tutto il territorio, mancano di uomini devoti competenti in tutte le infinite branche dell’attività sociale… e sono quindi indotti a rinviare sempre l’azione a più tardi, fino a quando la sommossa popolare non li spinga quasi riluttanti al governo, dove poi vorrebbero restare indefinitivamente, e perciò cercano di frenare, sviare, arrestare la rivoluzione che li ha innalzati.
      Noi al contrario abbiamo bensì un ideale per il quale combattiamo, che vorremmo veder realizzato, ma non crediamo che un ideale di libertà, di giustizia, di amore possa realizzarsi per mezzo della violenza governativa. Noi non vogliamo andare al potere e non vogliamo che nessuno vi vada. Se non possiamo impedire, per mancanza di forza, che governi esistano e si costituiscano, noi ci sforziamo e ci sforzeremo perchè questi governi restino o diventino più deboli che sia possibile, e perciò siamo sempre pronti ad agire quando si tratta di abbattere o di indebolire un governo, senza troppo (dico troppo e non punto) preoccuparci di quello che verrà dopo.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Rivoluzione e lotta quotidiana
di Errico Malatesta
pagine 338