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      Mi pare che Pardaillan fraintenda completamente, se non lo scopo supremo degli anarchici, certo l’attuale compito loro nel movimento sociale.
      Il nostro compito è quello di spingere il popolo a reclamare e prendersi tutte le libertà possibili e a provvedere da sè ai propri bisogni senza aspettare gli ordini di una qualsiasi autorità. Nostro compito è quello di dimostrare l’inutilità e la dannosità del governo, provocando ed incoraggiando, colla predicazione e con l’azione, tutte le buone iniziative individuali e collettive…
      In conclusione, Pardaillan vorrebbe impossessarsi del governo per impedire che se ne impossessassero gli altri. Io penso al contrario che se governo v’ha da essere, se cioè noi fossimo impotenti ad impedire che si formi un nuovo governo, sarebbe preferibile che lo formino gli autoritari anzichè gli “anarchici”. Un governo di autoritari potrebbe trovare un freno nell’opposizione degli anarchici ed esaurirsi a misura che il popolo impara ad organizzarsi e fare da sè. Ma di un governo di "anarchici" chi ce ne libererebbe?…
      Si rassicurino i compagni “revisionisti”. Noi siamo tutt’altro che “dogmatici” Noi siamo travagliati come loro dalla ricerca del meglio; noi sappiamo come loro che c’è tante idee da rivedere, tanti problemi da approfondire; ed accogliamo con simpatia qualunque opinione sulla nostra condotta passata, qualunque critica, qualunque proposta anche contrarie alle opinioni nostre per vedere ciò che se ne può cavare in pro della causa comune. Ma siamo e vogliamo restare anarchici, e gli scritti dei “revisionisti” fanno l’impressione – parlo per me personalmente – che si voglia fare un’evoluzione verso metodi autoritari.


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Rivoluzione e lotta quotidiana
di Errico Malatesta
pagine 338

   





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