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      È giusto e naturale che noi, iniziatori e propulsori e parte della massa noi stessi, dobbiamo cercare di spingere il movimento nella direzione che ci sembra migliore e perciò essere preparati il più possibile per le cose che si debbono fare, ma resta sempre fondamentale il principio che la decisione spetta alla libera volontà degli interessati.
      Leggo pure: “Creeremo un regime che se non sia del tutto libertario abbia l’impronta nostra e soprattutto dia adito alla progressiva attuazione dei nostri postulati”.
      Che cosa è questo? Un piccolo governo, bono bono, che avrà cura di suicidarsi al più presto per far luogo all’anarchia!!!
      Ma non eravamo già d’accordo nel pensare che ogni governo ha tendenza non a suicidarsi, ma a perpetuarsi e diventare sempre più dispotico, e che missione degli anarchici è quella di combattere, anche se obbligati a subirlo, qualunque regime non fondato sulla libertà piena e intera? E non dicevamo anche che gli anarchici al potere non potrebbero fare diversamente dagli altri?
      Un altro compagno, tra quelli che più si preoccupano della necessità di avere un “piano” e che in sostanza non spera che nei sindacati operai, dice:
      “A rivoluzione trionfata, si affidi alla classe lavoratrice – già da noi precedentemente educata a questa grande funzione sociale – la gestione di tutti i mezzi di produzione, di trasporto, di scambio, ecc.”.
      Già da noi precedentemente educata a questa grande funzione sociale! Ma tra quanti secoli quel compagno vuol fare la invocata rivoluzione?


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Rivoluzione e lotta quotidiana
di Errico Malatesta
pagine 338

   





Creeremo