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      Sono anche i diritti di riunione e di associazione, l'inviolabilità personale e del domicilio; il diritto di non essere punito o perseguitato per semplice sospetto (come avviene nei casi d'ammonizione e del domicilio coatto); ecc. ecc.
      E queste libertà si difendono non solo in Parlamento (il Parlamento, disse una volta il Lemoine, somiglia a un certo giocattolo da bambini, che fa molto strepito senza alcun frutto), ma si difendono sopratutto fuori del Parlamento, lottando ogni qualvolta il potere esecutivo commette un arbitrio o una prepotenza contro una classe di cittadini od anche contro un solo individuo, siccome usa in altri paesi, dove anche senza tenere rappresentanti al Parlamento, il popolo sa imporre al governo il rispetto delle sue libertà.
      Con questo non voglio dire che la lotta per la libertà – e fino a un certo punto anche quella per il socialismo – non si possa e debba fare anche durante le elezioni e nel Parlamento.
      Io credo che noi combattendo a oltranza, come abbiamo fatto, il parlamentarismo, ci si sia data la zappa sui piedi: perchè abbiamo contribuito a creare quest'orribile indifferenza del pubblico per il sistema parlamentare non solo, ma anche per le libertà costituzionali, sì che il governo ha potuto impunemente violarle, senza che un grido solo di protesta siasi levato dai figli di coloro che dettero la vita per conquistarle.
      Il parlamentarismo non è la fenice dei sistemi politici: tutt'altro! Ma per pessimo che sia, è sempre migliore dell'assolutismo, al quale noi a grandi passi ci incamminiamo.


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Anarchismo e democrazia
Soluzione anarchica e soluzione democratica del problema della libertà in una società socialista
di Errico Malatesta - Francesco Saverio Merlino
pagine 122

   





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