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      L'opera dei deputati operai, socialisti e rivoluzionarii la ritengo utile non per se stessa ma in aiuto alla lotta extraparlamentare. E se così pensando non mi trovo perfettamente d'accordo nè con gli anarchici nè coi socialisti-democratici me ne duole sinceramente: ma posso io disdirmi?
      Ma ormai pro e contro la partecipazione alle elezioni mi pare che si sia detto a un dipresso tutto quello che si poteva dire: ed io mi compiaccio che la disputa sia stata da MALATESTA sollevata nella sfera dei principii: ed anche per questo non mi pento di averla suscitata.
      Non si può negare che attorno ai nostri principii – che son veri, se rettamente interpretati – son pullulati molti errori e molti sofismi.
      Uno di questi è che gli uomini debbano far tutto da sè, individualmente; che un uomo non debba farsi mai rappresentare da un altro, che le minoranze non debbano cedere alle maggioranze (essendo più probabile che s'ingannino queste che quelle); che nella società futura gli uomini si troveranno miracolosamente d'accordo, o se non i dissidenti si separeranno e ciascuno agirà a sua guisa: che ogni altra condotta sarebbe contraria ai nostri principii.
      Io vorrei qui ripetere parola per parola le giustissime e lucidissime considerazioni che fa MALATESTA (e non per la prima volta) contro codesto modo d'intendere l'anarchia nel n. 1 dell'«Agitazione», concludendo col dire:
      «Dunque in tutte quelle cose che non ammettono parecchie soluzioni contemporanee, o nelle quali le differenze d'opinione non sono di tale importanza che valga la pena di dividersi ed agire ogni frazione a modo suo, ed in cui il dovere di solidarietà impone l'unione, è ragionevole, giusto, necessario che la minoranza ceda alla maggioranza».


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Anarchismo e democrazia
Soluzione anarchica e soluzione democratica del problema della libertà in una società socialista
di Errico Malatesta - Francesco Saverio Merlino
pagine 122