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      In questo tempio dove gli antichi cittadini di Genova si congregavano a Popolo onde deliberare sulle piś grandi faccende della Repubblica; in questo tempio che aveva risuonato tante volte del grido di guerra, dei cantici di ringraziamenti e di trionfo per la vittoria dei loro padri, i figli chiedevano devotamente al Dio della libertą, al Dio protettore degli oppressi che li salvasse da una nuova cattivitą di Babilonia, che li restituisse a quella dignitą di nazione per cui li aveva creati, che loro concedesse la vittoria contro coloro che avevano trucidato i bambini, stuprate le vergini, profanati i vasi santi, fatto pascere ai cavalli, sugli altari del santuario, Cristo in Sacramento.
      Nel mezzo dei sacri riti ascese sulla tribuna religiosa il padre Giuliani, e disse al Popolo calde parole di Religione e di Patria.
      In mezzo alla quasi oscuritą, la sua voce risuonava in mezzo ad un silenzio profondo, nel vano di quel vasto tempio come se scendesse dal cielo, ed operava nel cuore degli astanti un effetto profondo.
      In sulla fine del suo discorso disse: «I principii sono veritą eterne che costituiscono la natura delle cose, che discendono direttamente da Dio. Il principio dell'indipendenza e della libertą italiana emana anch'esso da questa pura, da questa santa sorgente: chi combatte per questo, combatte per la religione, combatte per Iddio. I nemici d'un tale principio, coloro che opprimono e che conculcano la nostra Patria potranno avere per loro il numero dei battaglioni, il terrore delle artiglierie, l'impeto dei cocchi e dei cavalli; ma per l'Italia sta il braccio di Colui davanti il quale i pochi e i molti sono l'istessa cosa.


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Pagine politiche
di Goffredo Mameli
pagine 67

   





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