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      I.
     
      Giorgio, nato a Cagliari, nel 1799, da Don Raimondo Mameli dei Mannelli, era il secondo d'una figliuolanza di tre maschi e due femmine. Non sarà inutile il notare che la famiglia Mameli dei Mannelli, di chiara nobiltà Cagliaritana, ma non di larghe fortune, fu tra quelle che all'arrivo di Vittorio Emanuele I in Sardegna posero a disposizione della Corte, fuggiasca da Torino, gli averi e la vita. Don Raimondo e il fratel suo Don Ignazio prestavano servizio nella piccola marineria militare che i re di Sardegna tenevano nelle acque dell'isola per difesa delle coste, infestate a que' tempi non solamente da pirati Algerini e Greci, ma ancora da corsari Francesi. Pronto di spiriti e voglioso di novità, Giorgio Mameli, fanciullo tuttavia, fuggí dalla casa paterna, ricoverandosi sulla galéa comandata dallo zio, e vi fu accolto come mozzo, non permettendo l'età sua tenerissima di assegnargli altro ufficio. Da mozzo, adunque, incominciò egli il corso dei gradi marinareschi, partecipando súbito a parecchi scontri navali. In uno di questi Don Ignazio incontrò la bella morte del soldato, mentre il piccolo Giorgio saliva all'arrembaggio, aggrappato alle spalle di un nostromo. La nave corsara fu presa, e Giorgio Mameli ritornò con un bel numero di prigioni al suo legno, in mezzo agli evviva della marinaresca; ma ritrovò lo zio ucciso da una palla in fronte, al suo posto di comandante, sul castello di poppa.
      Questi i fatti suoi di fanciullo. Seguirono, e degni di tali principii, i fatti del giovine ufficiale.


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Scritti editi ed inediti
di Goffredo Mameli
Tipogr. Istituto Sordomuti
1902 pagine 446

   





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