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      Nelle Scuole Pie tosto ricevuto, mercè i privati insegnamenti del Canale, alle classi superiori, profittò largamente Goffredo, e piú nella classe di rettorica, dove Virgilio e Dante erano in grande onore; tradotto il primo ad aperta di libro, commentato con diligenza il secondo, mentre dei moderni si studiavano particolarmente il Parini e il Manzoni. Per quest'ultimo non parrà singolare la cosa ai dí nostri, che se n'è studiato minutamente fin troppo, spendendo magari un anno di liceo a raffrontare i Promessi Sposi della prima edizione col loro rifacimento del 1840: ma era notevolissima allora, che in altre scuole della città si faceva poca stima del grande Lombardo, e delle cose sue (certamente in omaggio ai poeti precedenti) si ostentava un altero dispregio, onde fa fede un epigramma del giovinetto Mameli, che va ricordato a sua lode. Studio d'autori in iscuola, scuola d'amor patrio in casa; l'insegnamento fruttava, e l'adolescente andava su su, facilmente varcando i limiti delle discipline scolastiche(4). Era già degli anni di scuola lo studio di lui sulla Bibbia, segnatamente sui Profeti; e ne venne l'assiduità degli spogli che prese a mettere in carta, di quanto lo avesse colpito, e di pensieri e d'imagini, nel libro di Giobbe, in quel d'Isaia, e nell'Ecclesiastico di Gesú figlio di Sirac. In casa non mancavano il Goethe, lo Schiller, il Byron, resi familiari da tante versioni francesi; e a questi si aggiungevano il Lamartine, Vittor Hugo, la Sand, il Lamennais, allora in gran voga.


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Scritti editi ed inediti
di Goffredo Mameli
Tipogr. Istituto Sordomuti
1902 pagine 446

   





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