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      Era l'eco del ritornello "Non deporrem la spada" di un inno recente del Mameli(7), che di que' giorni, forse, era in via per Firenze. All'invito del Pareto risposero giurando il De Sonnaz e tutti gli ufficiali del presidio, colle spade sguainate, mentre le signore Genovesi dai cinque ordini dei palchetti applaudivano. Ma non applaudirono da Torino i ministri. Quattro giorni dopo, il 7 per l'appunto, era il De Sonnaz collocato a riposo, e mandato a surrogarlo, in veste di commissario straordinario il generale Giacomo Durando, che in un sollecito manifesto alla popolazione minacciò di gittare "un velo temporaneo sulla statua della libertà", se continuavano i torbidi. Fu raccolta la sfida, e con un altro manifesto del De-Boni il Circolo Italiano fieramente rispose. In un altro Circolo, il Nazionale, Ferdinando Rosellini presentava una lettera di Nicolò Tommaseo, chiedente soccorsi a Venezia; e Lorenzo Pareto proponeva la nomina di una commissione per provvedere al bisogno.
      Goffredo era ritornato in quel mezzo. Se non pareva tempo da stampar versi in volume, ben era tempo da scriverne. E scrisse allora, e recitò il 16 settembre in una accademia musicale e letteraria a benefizio di Venezia, nel teatro Carlo Felice, quella sua ode veemente "Milano e Venezia", dove l'accenno al tradimento dei re assunse un carattere tragico. E non fu egli il solo a mettere in versi ciò che tanti allora dicevano in prosa. Quella medesima sera un Veneto poeta, pellegrino tra noi, Arnaldo Fusinato, recitava ancor egli, indirizzata a Genova, un'ode; nella quale, tra le lodi alla regina del Tirreno, son da notare le strofe finali, alludenti alla occupazione di Venezia in nome di re Carlo Alberto, nei giorni appunto che si perdeva la giornata di Mortara, alla vigilia della maggiore sconfitta di Novara e del conseguente armistizio, che all'Austriaco, o per virtú di quei medesimi patti, o per libera mano a lui da quei patti venuta, doveva restituire vittima designata la combattente città delle Lagune.


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Scritti editi ed inediti
di Goffredo Mameli
Tipogr. Istituto Sordomuti
1902 pagine 446

   





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