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      Nella furia del buttar sulla carta i pensieri, gli uscivano incompiute dalla penna perfin le parole. Cro per creò, Ilia per Italia, ed altrettali, si notano nel primo getto dell'inno "Fratelli d'Italia". Irrompeva come un torrente, erompeva come un vulcano. Ma quante preziose materie da quelle eruzioni! Sono basalti e porfidi con vene d'oro, iridescenze di tenui colori, cupe intensità di fiamma viva.
      Cosí, come nel pensiero e nell'arte, fu egli nella vita e nella persona: anima di fanciulla e cuor di leone; piú meditabondo che ilare, ce lo dipingono quanti lo han conosciuto, fidente di carattere, amoroso, affabile nei modi, discreto nel disputare, misurato, non mai volgare nel linguaggio, come quegli che sempre aveva puro il pensiero, impetuoso e ruggente a chi gli facesse ingiuria di mal ponderate parole; ma di ciò non furono frequenti occasioni, tanto era stata sollecita la conquista della sua morale autorità sui compagni. Il cortese uomo che gli fu primo educatore ed amico costante, ce lo descrisse "di bella e gentil persona, di statura mediocre, di carnagione bianca, di capigliatura traente in biondo, d'occhi vivi e imperiosi" che poteva dire anche cerulei, come quei della madre e dei fratelli; e quegli occhi e tutto l'altro del viso, "di espressione naturalmente dolce, ma fiera e risoluta, quando l'animo avea volto a qualche cosa che volesse ad ogni patto operare". Aggiungerò, per testimonianza di commilitoni, che cavalcava con grazia, né mai mostrava stanchezza quando fosse il bisogno di muoversi per ragioni di servizio; nelle ore d'ozio, poi, volentieri dormiva.


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Scritti editi ed inediti
di Goffredo Mameli
Tipogr. Istituto Sordomuti
1902 pagine 446

   





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