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      Va confidando, e tutta la rivelaNelle flebili note? Oh, chi ti vide
      Il roseo volto serenar d'un riso,
      E il riso nol credette con cui Dio
      Fa eternamente gli Angeli beati?
     
      II.
     
      È la notte, e la vergin leggiadraAl riposo la bella persona
      Abbandona; ma in cor le ragionaIndiviso compagno l'amor.
     
      Perché il palpito addoppiale in petto,
      Qual di gioia ad un súbito avviso?
      Il suo viso saluta d'un risoIl bel sogno che vagale in cor.
     
      III.
     
      Al cader della tacita seraMollemente le scherza d'intorno
      Una brezza leggera leggera:
     
      Sul terrazzo del noto soggiornoPensa, e beve quell'aura amorosa.....
      Quanto tempo, che attende quel giorno!
     
      Ella conta i momenti ansïosa;
      Fra poche ore l'altare l'attende;
      Il suo caro faralla sua sposa.
     
      Guarda all'uscio, l'orecchio v'intendePalpitante, e la voce ne ascolta,
      Quella voce che al cor le discende.
     
      IV.
     
      Ei giunge; al seno stringelo,
      E i palpiti confondeDel cor commosso ai palpiti
      D'un cor che al suo risponde.
     
      L'innamorata vergineParla con voce anela,
      E nelle care bracciaLa bella fronte cela.
     
      Oh, ch'io disbrami l'avidoAmor, compresso tanto!
      Questo momento etereoLo desiai nel pianto.
     
      Dimmi che m'ami, stringimi,
      O mio diletto, al seno!
      Tutta d'amore io voglioFruir l'ebbrezza appieno".
     
      V.
     
      V'hanno per l'uomo dei momenti, in cuiLa prepotente dell'amore ebbrezza
      Dalla vita lo scioglie, in cui, dimenticaDella salma mortal, l'alma si bea,
      Come levata in regïon piú pura,
      In estasi rapita, e tutta libaL'ineffabile gioia dei celesti;
      Il passato e il futuro si confondonoDileguandosi, e allor lo spirto, sciolto


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Scritti editi ed inediti
di Goffredo Mameli
Tipogr. Istituto Sordomuti
1902 pagine 446

   





Dio Angeli