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      Da memoria e speranza, tutte accoglieLe sue potenze nel presente. Oh, certo
      È un istante divin, quello! Ma quandoL'anima si riscuote, e nuovamente
      Alla vita s'affaccia, quando tuttaLa verità crudele ella ne sente,
      Quell'istante le torna alla memoriaSiccome ai caduti Angeli la vista
      Del sorriso dei Cieli.....
      LA VERGINE E L'AMANTE
     
      ROMANZA ARABA(30).
     
      MENTRE che giovinezza e leggiadríaIl tuo sembiante, o mia diletta, infiora,
      Vieni, m'inebria d'un amplesso, e godiDel tempo lieto, pria che fugga. Vedi?
      Il fior che all'alba vagheggiasti, pintoDi ridenti colori ed odoroso
      Di soavi profumi, al Sol cadenteSovra il pallido stel languirà privo
      Del suo primiero mattutino incanto.
      Cosí fra poco appassiran le roseDel tuo sembiante: la bellezza è un'Iri,
      Che sfavilla un istante, e si dilegua.
      Or su te splende: comparar t'udiiAlla pallida luna, allor che brilla
      Nei notturni sereni; ma la luceDel suo disco d'argento non pareggia
      Il tuo guardo divino e l'amorosaLuce della tua cerula pupilla.
      Bella è la rosa, che de' fior reinaIn primavera all'aure amiche schiude
      La porpora dei calici odorati.
      Lei saluta il mattin qual la piú vagaGemma di cui va coronato Aprile:
      Eppur la rosa tremebonda piegaSovra il gracile stelo al passeggero
      Soffio del vento che la bacia; mentreA te dinanzi, o mia diletta, o fiore
      Del sorriso di Dio, piegan devotiLa fronte i nati della terra, come
      A una cosa celeste.
      Oh, se il doloreDell'anima ti giova, e se il sospiro
      Di questo core ardente a te, o leggiadraTra le figlie dell'uomo, aggrada, quale
      Ad un Nume sull'ara odor d'incenso


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Scritti editi ed inediti
di Goffredo Mameli
Tipogr. Istituto Sordomuti
1902 pagine 446

   





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