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      Quando la squilla agli uominiRammenta la preghiera,
      Deh ti rammenti allor l'ultimo cantoDel giovine poeta: ei t'amò tanto!
      ABBOZZI E FRAMMENTI
     
      I(83)
     
      BATTE l'ora che sognaronoDalle tacite sue grotte
      Vomitar la Morte l'anime,
      Che il silenzio della notteSempiterna asconde agli uomini
      Nel suo manto scuro scuro,
      E tornarle ai dí che furo.
     
      Or che i morti non s'affaccianoPiú allo sguardo dei mortali,
      Questa è un'ora di memorie:
      E il pensiero agita l'aliDell'amor nei morti secoli;
      Ora affretta i dí non nati,
      Ora evòca i trapassati.
     
      Il poeta, solo, tacito,
      Siede e pensa sovra un sasso:
      Tende, immobile, l'orecchio,
      E gli par d'udire il passoChe nel nulla affretta un secolo....
      Egli pensa un'armonia,
      E ne veglia l'agonia.
     
      Ma repente, sulla lapideOve l'occhio tiene avvinto,
      Qual chi vede nel delirioQualche cosa d'indistinto,
      Bella in volto come un angelo,
      Come donna triste e pia,
      Un' imago gli apparía.
     
      Mesta come una memoria,
      Cara come una speranza,
      Ferma il passo, e par che mormori
      Fra sé stessa una romanza.
      Sparse a palme son le treccie,
      Ché la cingono di gloriaIl martirio e la vittoria.
     
      V'è chi dice che da secoliElla gira l'universo:
      Or la spada al fianco pendegli,
      Or sul labbro ha dolce il versoVolto in alto ha sempre l'occhio,
      Corre sempre alla sua meta,
      Or guerriero ed or poeta.
     
      II(84)
     
      Era notte; e il cavalieroPer i lunghi corridoi
      Non badava ai passi suoi,
      Come assorto in un pensiero.
     
      Pur, se avesse posto mente,
      Pur, se avesse dato ascolto,
      Avría udito il lungo vôltoRisuonare raucamente.
     
      Ma qual suono, qual rumore,
      Qual può giungere parola


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Scritti editi ed inediti
di Goffredo Mameli
Tipogr. Istituto Sordomuti
1902 pagine 446

   





Morte