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      SCENA II.
     
      GASTONE e detti. (È il mattino).
     
      GASTONE.
      Salve, o Doge.
      Il Senato s'aduna, e in quest'istanteMandava un messo a ricercarti in fretta.
      Grave novella la città commove:
      Luigi s'avanza e già le prime squadreCalcan la terra di Liguria. Or urge
      S'avverta il Papa, pria che giunga il Franco:
      E può giungere in breve.
      PAOLO.
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
     
      Ah, dunque è vero?
      I cadaveri, e il sangue suo, che impinguaLa nostra terra, non gli basta? Ei vuole
      Del leon, che si desta e tutto avvampaDel reduce vigor, sfidar le zanne?
      Il vuol davvero? E sia. Ah, forse ei fida,
      Per ogni evento, in aver bene appresa,
      Facilmente, per propria indole, l'arteDi tradire e fuggir. Ma tremi. Un giorno,
      Forse, o ch'io spero... Ah, sí, verrà quel giorno.
      Ah, per esso darei... darei il sangue,
      Darei la vita, l'anima, te stessaDarei, Teresa, per quel giorno in cui
      Quanti stranier osâr dell'Alpe i gioghi,
      Quanti stranieri osâr del mar le vieVarcar, discesi a profanar le nostre
      Itale valli, tutti io gli potessiSterminar col mio braccio ! Ad uno ad uno
      Vorrei stringerli al sen, stringerli tantoChe vomitasser dalla bocca il core.
      E qual sul seno di Teresa, il capoMollemente adagiar vorrei sull'alte
      Di lor corpi cataste; inebbriarmiNel lor sangue io vorrei, beverlo a rivi.
      Oh, dolce al cor mi scenderebbe, comeIl nèttare di Dio!... Ma dormi ancora,
      Dormi un istante, o mio furor, nel petto:
      Sol si matura la vendetta e l'odioNell'occulto del core e nel silenzio:
      Non occhio d'uomo, e solo Iddio discerneIl folgor che s'ingenera nel nembo
      In un istante si rivela ed arde.


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Scritti editi ed inediti
di Goffredo Mameli
Tipogr. Istituto Sordomuti
1902 pagine 446

   





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