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      Ora, quando in una istituzione umana si è insinuato un vizio capitale, non si può ripararvi, perché l'uso efficace della medicina è impedito dalla stessa corruzione, come il morbo grave toglie ogni speranza di crisi salutare all'infermo.
      GIOBERTI, Del Buono, C. IV, p. 222.
     
      È strano che l'autore non abbia osservata una chiarissima analogia, se non identicità.
     
      I.
     
      Et vidi coelum novum, et terram novam; primumenim coelum, et prima terra abiit".
      APOCAL, C. XXI, v. I.
     
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      Cadea la sera, e presso a lei rapitoMestamente nel placido tramonto
      Lungo il lido del mar, che lene leneUn inno ignoto mormorar parea,
      Errando andava: da piú istanti entramboSenza far motto, qual talora il canto
      Langue sul labbro del poeta, quandoLa parola vien meno al suo pensiero,
      Perché un carme nell'anima gli vagaQuale i Cherúbi negli eterni Elisi
      Pensar son usi. Ella mirava il cielo,
      Io lei mirava ; e mi parea piú bellaCh'io l'avessi mai vista. Alfin divelse
      L'occhio dal ciel, come colui che è stancoDa un gran pensiero; ed arrestossi a caso
      Sovra d'un fior, che le languía sul petto,
      La sua pupilla errante. E il giorno, e il fiore,
      Ambo morenti, l'anima gentileAvean di meste fantasie ripiena.
      Ed io, che intesi il suo dolor, le strinsiBlandamente la mano, e, - Non turbarti,
      Dissi, o diletta....(127)
     
      Vae vobis legis peritis, quia tulistis clavem scientiae, ipsinon introistis; et eos, qui introibant, prohibuistis.".
      EVANG. sec.


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Scritti editi ed inediti
di Goffredo Mameli
Tipogr. Istituto Sordomuti
1902 pagine 446

   





Del Buono Cherúbi Elisi